L’uomo e le sue azioni sono
sempre al centro del pensiero occidentale. La questione antropologica diviene questione centrale della
riflessione cristiana soprattutto in seguito al Concilio Vaticano II. La Chiesa
del post – Concilio è una Chiesa in ricerca, in servizio ed in crescita che ha
preso atto dei cambiamenti sociali ed ecclesiali del nostro Paese. È questo un
momento in cui l’episcopato italiano s’interroga sull’ evengelizzazione e mette
a punto un progetto pastorale. “Evangelizzazione e sacramenti” è il Primo
Convegno ecclesiale del dopo – Concilio che si è tenuto a Roma dal 30 Ottobre
al 4 Novembre del 1976. La Chiesa italiana riscopre la fondamentale dimensione
storica del suo operare ed agire.
Il Progetto Pastorale degli
anni 80 portò il titolo di “Comunione e Comunità”. Il periodo era
particolarmente difficile: si era diffuso un ateismo teorico e pratico. Il
documento programmatico riflette sulla ecclesia
ad intra per poter progettare la missione evangelizzatrice ad extra (sull’ecclesia ad extra). Secondo
il filosofo Armando Rigobello la coscienza morale degli italiani negli anni 70
e 80 era mutata ed aveva bisogno di nuovi modelli. C’era il rifiuto della
tradizione e mediazione, radicazione di atti violenti, nuova morale non desunta
dai valori, riduzione soggettivistica di ogni scelta etica, mentalità
nichilista.
Per questo la Chiesa celebra
a Loreto dal 9 al 13 Aprile 1983 il Secondo Convegno Ecclesiale
“Riconciliazione Cristiana e cristianità degli uomini”. La Chiesa locale è il
luogo di riconciliazione del Paese. La Nota Pastorale pubblicata alla fine del
Convegno “La Chiesa in Italia dopo Loreto”, ha l’intento di richiamare
l’attenzione su ciò che si è vissuto, riassumere il messaggio che il Convegno
ha affidato alla Chiesa: il Convegno deve diventare storia e la storia deve
essere realtà e testimonianza concreta di riconciliazione in se stessa e nella
comunità degli uomini.
Lo scenario cambia negli anni
Novanta. La caduta dei Totalitarismi in Europa ha dato una svolta. Il tema
posto all’attenzione delle comunità italiane è evangelizzazione e testimonianza della carità. La carità è virtù privilegiata della nuova
evangelizzazione essendo “essenza di Dio”. Il Terzo Convegno Ecclesiale fu a
Palermo dal 20 al 24 Novembre 1995 dal titolo “Il vangelo della carità per una
nuova società in Italia”. Questo convegno si soffermò sui giovani, famiglie,
poveri, impegno sociale e politico. Si invitano i cristiani a diventare “sale”
e “luce” per una convivenza giusta e pacifica. La Chiesa in questo clima
culturale deve offrire un nuovo contributo al Paese in ricerca. Una delle
priorità emerse a seguito del Terzo Convegno è l’evangelizzazione nuova della
cultura e l’inculturazione della fede. Il progetto è di colmare le fratture che
col tempo si sono create tra Vangeli e culture.
Oggi l’episcopato italiano
ritiene che evangelizzazione e catechesi siano due tappe obbligate.
La programmazione per il
primo decennio del 2000 è su Cristo (Nostro programma): da conoscere, imitare e
vivere. Si potrà trasformare così con Lui la Storia, fino al compimento della
Gerusalemme Celeste. In questo momento storico, il pensiero cristiano si
interroga sul paradigma dell’uomo, per proporre nella cultura postmoderna la
“visione cristiana” dell’uomo. Il problema uomo è al centro delle riflessioni
della Chiesa; innanzitutto bisogna mettersi in ascolto della cultura del nostro
mondo, dando importanza alla memoria storica, per non perdere di vista le
esperienze. Al centro della riflessione c’è la rottura fra Vangelo e Cultura.
Oggi più che mai la questione antropologica è destianta ad accompagnarci. Il
progetto culturale mette in rapporto la fede cristiana con l’antropologia. Il
Cardinale Ruini a Bologna parlando di mutamenti propone di non adeguarsi, ma
modificare, orientare, convertire questi atteggiamenti. Per proporre il futuro
pensiero cristiano, bisogna interrogare le antropologie odierne. Non è semplice
intercettare le tendenze contemporanee. Possiamo parlare di “razionalizzazione”
e “secolarizzazione”. L’uomo postmoderno
ha inventato il “progetto – felicità”, e schivo delle relazioni interpersonali,
persegue il piacere, senza il quale è propenso alla chiusura anticipata della
vita. La posizione del pensiero che si ispira al Cristianesimo deve recuperare
e rilanciare una visione unitaria dell’uomo come persona senza dimenticare la
dimensione corporea. Grazie ad Internet è cambiato il modo di intendere la
fisicità del corpo umano. Una nuova problematica degli ultimi tempi è quella
del pluralismo delle etiche in confronto alle prospettive dell’etica cristiana.
Il compito etico oggi
consiste nel creare un futuro di convivenza pacifica caratterizzato da
estraneità morali e diversità di religioni. Non dimentichiamo la globalizzazione
che chiede una veloce capacità di adeguamento. La Chiesa propone di costruire
un futuro degno della persona umana.
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